mercoledì 27 marzo 2019

Recensione. "Il caso di Charles Dexter Ward", di H. P. Lovecraft. Indimenticabile terrore puro

Buonasera lettori e ben ritrovati. Stasera vi parlo di una piacevolissima scoperta, "Il caso di Charles Dexter Ward" di H.P. Lovecraft. Tempo fa avevo preso in considerazione di leggere qualche opera di questo scrittore, stimolata dal fatto che molti giochi da tavolo intriganti sono ispirati proprio alle storie scaturite dalla sua penna. Quando ho deciso di leggerlo per la Challenge a cui sto partecipando, ero in realtà un po' timorosa di dover affrontare una lettura lenta, con un linguaggio arcaico e magari pesante. Invece l'esperienza con questo romanzo si è rivelata splendida, tant'è che l'ho divorato in poco più di mezza giornata e devo proprio condividere con voi le mie impressioni.

Trama:
Charles Dexter Ward, giovane appassionato d'antichità, scompare misteriosamente dalla sua camera nel manicomio dove è ricoverato. Il racconto ripercorre la difficile ricerca compiuta da Marinus Willett, il medico di famiglia, per risalire alle radici della follia del ragazzo. Charles ha dedicato gli ultimi dieci anni a ricerche antiquarie e scientifiche legate all'esistenza di un suo antenato, Joseph Curwen, il cui ritratto gli somiglia come una goccia d'acqua. Mentre ricostruisce la biografia di Curwen, mercante dedito alla negromanzia, agli esperimenti alchemici e ad orrendi omicidi rituali, il giovane Ward sprofonda sempre più nelle scienze occulte, chiudendosi nel suo laboratorio per dedicarsi a studi misteriosi e inquietanti. Solo dopo indagini che metteranno a dura prova il suo equilibrio mentale, il dottor Willett riuscirà a ricomporre l'incredibile vicenda, trovandosi a fronteggiare, suo malgrado, gli orrori evocati da Ward nel suo nefasto laboratorio.


La narrazione, in terza persona, come di uno studioso che redige un trattato, si sviluppa lentamente attorno alla crescita, evoluzione e trasformazione del giovane Charles fino al momento in cui egli tocca la "follia", in un crescendo di descrizioni e atmosfere cupe e torbide, fino al finale cruciale della lotta del bene contro il male. Non posso aggiungere molto alla trama già scritta sopra perché dovrei svelare il cuore del libro, ma devo ammettere un po' con rammarico che il romanzo è disseminato di indizi dal principio, quindi in realtà a pagina 70 avevo già intuito dove andava a parare tutta la faccenda.





L'autore, comunque, dà prova di grande inventiva in merito a rituali da negromante, testi sacrileghi, e formule magiche, oltre a interessanti nozioni architettoniche e sociali del New England del 1700 e del 1900. Il terrore in questo libro è sempre dietro l'angolo, e l'ho gustato molto più di quanto non abbia fatto con King o addirittura con Poe. 

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e l'atmosfera è estremamente evocativa e inquietante, e non risente affatto della lentezza della narrazione né delle ricchezze descrittive dell'architettura e dell'antiquariato in generale.

Il punto forte del romanzo, secondo me, risiede soprattutto nello stile; a tratti lo si potrebbe definire un imparziale dettagliato resoconto, quasi un saggio, sulle condizioni mentali di un giovane che entra in contatto con il Male puro e ne esce psicologicamente disintegrato. Mi ha ricordato sotto certi aspetti lo stile di Bram Stoker in Dracula, ma anche Il ritratto di Dorian Gray o il Faust di  Goethe; e forse proprio per questo stile di reportage leggermente distaccato ho sentito più forte il senso del diabolico, come se avessi quelle creature immonde a sussurrarmi dietro l'orecchio l'eco delle loro formule blasfeme e delle risate demoniache. Un brivido puro, scatenato più dalla suggestione che dall'aperta descrizione: è proprio in quel non detto, ma appena svelato attraverso le testimonianze di chi ha visto e vissuto, a dare la sensazione della paura e dell'abominio che non vorremmo mai sperimentare.



Nessuno degli uomini che presero parte a quella terribile spedizione 
poté mai essere persuaso a farne parola, 
e ogni frammento delle vaghe informazioni che ancora sopravvivono al riguardo
è stato tramandato da individui estranei al gruppo che partecipò all'assalto finale.
Lo zelo con cui i cospiratori distrussero ogni minimo indizio
che potesse far pensare, anche lontanamente, alla faccenda, 
ha qualcosa di terrificante.


Come dicevo prima il libro è scorrevolissimo, e non credo sia merito della traduzione, perché la copia che ho reperito in biblioteca ha il testo inglese a fronte e, sebbene io non sia il tipo che legge in lingua ho dato una sbirciata e ho trovato scorrevole e comprensibile anche il testo originale. Una piacevolissima scoperta, quindi, e non vedo l'ora di leggere altre opere di questo autore che finora, ahimé, avevo snobbato a torto. 



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