domenica 19 marzo 2017

Pensaci quando fai la spesa. "Quattro etti d'amore, grazie", di Chiara Gamberale

Buonasera lettori! Recensione dell'ultimo minuto, come sempre, in vista della scadenza degli obiettivi della Challenge a cui sto partecipando. Stasera vi parlo di un libro che ho corteggiato a lungo ma di cui ho sempre posticipato la lettura, per un motivo o per un altro. La trama mi affascinava parecchio, perché anche io sono una di quelle persone che spia nel carrello degli altri quando faccio la spesa.

Trama:
Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali e le casse di un piccolo supermercato. Erica ha 33 anni, un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni di classe su facebook, due figli che crescono. Tea Fidelibus è l'attrice protagonista della serie tv di culto "Testa o cuore", ha un passato complesso, un padre ingombrante, una carriera lanciatissima, un marito fascinoso e manipolatore. Erica fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light e il sushi in vaschetta. Erica osserva il carrello di Tea, la star della tv, e sogna la libertà di una ragazza senza figli, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un grande amore proibito. Certo non immaginerebbe mai di essere un ideale per il suo ideale. E invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome, ma fra sé e sé l'ha ribattezzata "la signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei pare negata ed è convinta sia una donna realizzata. In un gioco di equivoci a tratti disperato a tratti esilarante, Erica e Tea si spiano e si aggrappano a piccoli indizi che per ognuna raccontano la felicità dell'altra ma nello stesso tempo sottolineano il malessere che le fa sentire distanti rispetto alla vita che conducono. L'appello all'esistenza dell'altra diventa così l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe nelle case di entrambe...


Lo ammetto, quando vado al supermercato per la spesa settimanale, sono un'abitudinaria. Il giro tra gli scaffali prestabilito, perlomeno per le cose indispensabili come la frutta l'acqua il pane e il parmigiano. Poi arrivo in cassa e spio nel carrello degli altri, l'avete mai fatto? "Dimmi cosa compri e ti dirò chi sei". Ma si può semplificare e categorizzare davvero in questo modo la vita di una persona o il quadro di una famiglia intera?
Questo libro ti insegna che no, non si può.
Erica immagina Tea, l'attricetta in voga, consumare pasti esotici con un aitante marito, alla fine dei quali i due si rivoltolano entusiasti tra le lenzuola facendo acrobazie inenarrabili.
Tea immagina Erica, la donna di casa per antonomasia, spargere farina e felicità attorno a sé, sempre circondata dall'indefesso amore dei suoi due pargoli e di un devotissimo e innamoratissimo marito.
Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà.

Tea è intrappolata in un matrimonio con un eterno Peter Pan, un uomo che ha perso ispirazione e iniziativa e che invece di vivere, subisce la vita passivamente, addossando le colpe del suo fallimento a chiunque tranne che a se stesso. Per questo Tea ha un amante, il personal trainer metà napoletano metà californiano, che le alleggerisce l'esistenza. Ma anche per questo Tea non riesce a lasciare suo marito, per quella bizzarra tendenza di alcune donne a considerarsi mamme anziché mogli, pensando che egli sia un bambino da proteggere anziché un uomo da mettere di fronte alle proprie responsabilità.

Erica si è creata una specie di bolla in cui si aliena dal mondo e dalla vita che le scorre attorno ma che non la tocca. Vive in una specie di bovarismo, allettata dalle frivolezze e dalle cose superficiali, naviga su Facebook rivangando le dolcezze e le amarezze dell'adolescenza, e rischia di perdere tutto quello che si è costruita: il marito, i figli, il lavoro, la solidità del matrimonio, la stabilità interiore.

Il libro gioca su tutta una serie di equivoci, perché entrambe le protagoniste, facendo la spessa nello stesso supermercato di quartiere, si spiano a vicenda il carrello e fanno supposizioni e ipotesi sulla vita dell'altra, e a vicenda si invidiano un tipo di esistenza che in realtà è l'esatto opposto. E' una carrellata favolosa di spaccati quotidiani di due comunissime donne che hanno a che fare nel proprio privato con un'intera gamma di idiosincrasie e paranoie, preoccupazioni, impegni, sogni, fallimenti. E' pieno di personaggi "scomodi" ma per questo dai contorni più vividi, più definiti, di quelli che vorresti scuotere dal torpore, o per cui ti scappa un applauso per la grinta che hanno dimostrato.

E' un romanzo carico di spunti per riflettere sulla quotidianità, sulle scelte di vita, sul giardino del vicino che sembra più verde ma non è detto che lo sia. E' un romanzo che dà voce all'amore, alle abitudini e allo sconvolgimento delle abitudini, al guardarsi dentro, alla crescita interiore. Un romanzo che dà consistenza, peso e prezzo all'esistenza. Con un finale, quello di Tea, tra l'altro inaspettato, e che però mi ha un po' deluso.

E' anche la riprova che Chiara Gamberale si sta affermando meritatamente nel panorama letterario italiano, con una scrittura limpida, fresca, scorrevole, vivace. Avete tutti i migliori motivi di questo mondo, insomma, per apprezzare questo libro.














sabato 18 marzo 2017

Il Dan Brown all'italiana. "Le nove chiavi dell'antiquario", di Martin Rua

Cari lettori, riprendiamo la normale routine dei romanzi, che era necessaria dopo la mia ultima lettura, un travaglio di quasi due settimane che, seppure con i suoi lati positivi per arricchimento personale, mi ha destabilizzato. Il libro di cui vi parlo l'ho scelto perché si adattava a due obiettivi delle Challenge a cui sto partecipando, ma non è che mi aspettassi chissà cosa, visto che negli ultimi anni noi lettori siamo stati tormentati dalle versioni più disparate dei romanzi pseudo-storici sulle innumerevoli leggende in circolazione sull'Ordine dei Templari.

                                 

Trama:
Gerusalemme, 1118. Alcuni monaci del neonato Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo, più tardi noti come Templari, fanno una scoperta inquietante nelle viscere del Monte del Tempio. 
Berlino, 1945. Un gruppo scelto di uomini si inoltra nella capitale del Terzo Reich devastata dai bombardamenti, per recuperare un prezioso manufatto.
Napoli, 2012. La vita dell’antiquario Lorenzo Aragona procede tranquilla, finché una giovane donna dell’Est, comparsa misteriosamente, lo trascina in una drammatica vicenda dai risvolti esoterici. 
Ma chi è veramente Anna Nikitovna Glyz e che cosa lega suo nonno al nonno di Lorenzo? Per scoprirlo, i due iniziano un viaggio seguendo tracce e simboli da interpretare e decifrare. Un viaggio che, da Gerusalemme a Berlino, porta a Napoli e a Kiev, fino a Roma, e che presto assume i contorni di una fuga. Perché tutti gli indizi che Anna e Lorenzo trovano conducono a un misterioso e millenario enigma... il Codice Baphomet. Cosa si cela dietro questo antichissimo arcano ideato e tenuto segreto sino a oggi dai leggendari maghi caldei?




Sono sempre stata un'amante dei libri a sfondo storico, soprattutto se ricchi di enigmi e con il ritmo serrato di un thriller. Purtroppo però, vista l'invasione che ha seguito il fenomeno di Dan Brown e Glenn Cooper, negli ultimi anni ci ho dato un freno: finiscono col sembrarti tutti uguali a un certo punto.
Lorenzo Aragona è un antiquario che vive serenamente la sua vita, finché un giorno non incontra Anna Glyz, la quale gli lascia degli indizi per aiutarlo ad uscire dall'inganno in cui è stato tratto da un gruppo di persone che vuole estorcergli una preziosa informazione che qualcuno ha introdotto nel profondo del suo subconscio.. Da quel momento Lorenzo rimette insieme pezzi sparsi della sua vita come in un puzzle, partendo da molto lontano, dal Medioevo e passando per il periodo della seconda guerra mondiale, e ricostruendo parallelamente la storia del leggendario Baphomet custodito dai Templari e la storia della sua famiglia avvolta nel mistero, e indissolubilmente legata all'Ordine. Si attiva così una corsa contro il tempo, in cui Anna e Lorenzo, affiancati da poliziotti e uomini di Chiesa, devono dare la caccia a quell'organizzazione che è sulle tracce del Baphomet per sottomettere la popolazione mondiale.

Devo ammettere che il ripetersi della stessa scena di una apparentemente giornata qualunque di Lorenzo per due capitoli di fila mi aveva intrigata. Ma l'intrigo finisce lì, nel senso che l'autore scopre le sue carte un po' troppo in fretta, col risultato di dare al lettore un romanzo tutto sommato banale. Anna è l'unico personaggio che non ha perso nemmeno un po' della sua aura di mistero fino alla fine e per questo è l'unica che mi è risultata gradevole. Lorenzo è un uomo buono e forse un po' ingenuo, il Robert Langdon all'italiana ma meno affascinante. I dialoghi con la polizia mi sono sembrati forzati, e l'intrigo dei cattivi fin troppo scontato. Ho apprezzato che sia stata inserita la nota medico-scientifica, ma non aggiunge nulla di entusiasmante al resto del romanzo. Anche il finale l'ho trovato prevedibile, e non presagisce niente di accattivante per il seguito che è stato scritto.

Sono rimasta delusa nonostante non nutrissi grandi aspettative. Il libro è scorrevole e non catastroficamente noioso, ma vale poco rispetto ai miei standard di thriller storico, non credo che leggerò il seguito.



















"Zero Zero Zero", di Roberto Saviano

Cari lettori, dovete perdonare la mia latitanza delle ultime settimane, il fatto è che sono stata risucchiata da un buco nero. Tutta colpa del libro di cui sto per lasciarvi le mie considerazioni. Poche righe in realtà, perché non è un romanzo di cui scandagliare lo stile, i personaggi e la trama. Quello che voglio condividere con voi, andando al di là dei risvolti sociali/politici/economici/morali, è semplicemente la mia indignazione.

La cocaina: la merce più usata, trafficata, desiderata del nostro tempo. Il sogno dell’eccesso senza limiti che corrode le nostre vite e la nostra società. Il petrolio bianco che accende i corpi ma distrugge le menti. Le infinite vie del narcotraffico. Dal Messico alle spiagge di Miami, dalla Colombia alla Russia, dall’Africa alle strade di Milano, New York, Parigi. Il viaggio di un grande scrittore nei gironi infernali del mondo contemporaneo. Dove la ferocia dilaga incontrastata ma i boss hanno imparato tutte le regole più sofisticate del business. Le radici profonde della crisi economica attuale, il dilagare del capitalismo criminale, l’assalto mafioso ai santuari della finanza da Wall Street alla City. Il bisogno di raccontare, la potenza delle storie. Uno straordinario romanzo-verità, il capolavoro di uno degli autori più importanti e più amati.



Quando ho deciso di prendere in mano il secondo libro di Saviano, lo sapevo a cosa andavo incontro. Il contatto ravvicinato con le storie di camorra di "Gomorra", qualche tempo fa, già mi aveva destabilizzato. Sarà che sono nata in una provincia non tanto lontana da quella in cui si svolgono le storie più chiacchierate, una provincia anche quella permeata da abitudini e regole ispirate a quelle della malavita, ma avevo sentito così viva dentro di me la stessa rabbia di Saviano nei confronti del crimine organizzato e della sua influenza su tutto ciò con cui viene in contatto, al punto che mi guardavo attorno e cercavo il torbido anche nel paese dove vivo ora, un Nord che si crede incontaminato e invece...
Anche "ZeroZeroZero" mi ha spiazzato. Stavolta l'oggetto dell'inchiesta non potrebbe essere più lontano dalla mia vita e dalle mie abitudini, eppure mi ha smosso dentro un'enorme indignazione. Perché non si tratta solo dei milioni di persone che fanno uso abituale di cocaina. Si tratta delle popolazioni sudamericane sfruttate e ricattate che coltivano le foglie. Si tratta delle regioni dilaniate dalle faide tra famiglie di narcotrafficanti. Si tratta di guerriglia, di vittime innocenti, di politici e banchieri che vanno a braccetto con i malavitosi. Si tratta di marinai e skipper strapagati per la traversata transoceanica, si tratta di barattoli di cibo che arrivano fino a noi, inconsapevoli che in mezzo a quei barattoli c'era nascosta la coca. Si tratta della crisi economica mondiale che poteva andare molto peggio se le banche internazionali che sono rimaste in piedi non avessero avuto la liquidità, e parliamo di milioni, versata su conti offshore attraverso rimbalzi tra società fasulle dai principi del narcotraffico.
I numeri di questa inchiesta fanno accapponare la pelle. Fanno riflettere, ti fanno guardare il tuo vicino di casa, il tuo collega, il sindaco del tuo paese, il poliziotto di turno, il medico, le celebrità, con sospetto.


La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno o l'autista al volante dell'autobus che ti porta a casa perché vuole fare gli straordinari senza sentire i crampi alla cervicale. Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non è tuo padre o tua madre, se non è tuo fratello, allora è tuo figlio. Se non è tuo figlio è il tuo capoufficio. Se non è il tuo capo  è sua moglie che lo fa per lasciarsi andare. Se non è sua moglie, è la sua amante a cui la regala al posto degli orecchini e meglio dei diamanti. Se non sono loro, è il camionista che fa arrivare tonnellate di caffè nel bar della tua città e non riuscirebbe a reggere tutte quelle ore di autostrada senza coca. Se non è lui è l'infermiera che sta cambiando il catetere di tua nonna e la coca le fa sembrare tutto più leggero, persino le notti. E' il chirurgo che sta per operare tua zia e con la coca riesce ad aprire anche sei persone in un giorno. Sono i camerieri che ti serviranno al matrimonio di sabato prossimo, se non sniffassero non riuscirebbero ad avere in quelle gambe così tanta energia per ore. Se non sono loro, è l'assessore che ha appena deliberato le nuove isole pedonali, e la coca gliela danno gratis in cambio di favori. Se non è lui, è la ragazza del call center che ti risponde con voce squillante e chiede in cosa può esserti utile. E' l'attaccante che ne fa uso, quello che ha segnato un gol rovinandoti la scommessa che stavi vincendo a pochi minuti dalla fine della partita. Usa coca la prostituta da cui vai prima di tornare a casa, la prende per non dover più vedere chi le è davanti, dietro, sopra , sotto. La prende il gigolo che ti sei regalata per i tuoi cinquant'anni, gli dà la sensazione di essere il più maschio di tutti. Se non lui, il notaio da cui non vorresti mai più tornare, che usa coca per non pensare agli alimenti da pagare alle mogli che ha lasciato. Se non è lui, è il taxista che impreca contro il traffico ma poi torna allegro. La usa l'ingegnere che sei costretto a invitare a casa perché forse ti aiuta a fare uno scatto di carriera. E' il vigile urbano che ti sta facendo una multa e mentre parla suda moltissimo anche se è inverno. Oppure è il lavavetri con gli occhi scavati, che riesce a comprarla chiedendo prestiti, o è quel ragazzo che rimpinza le auto di volantini cinque alla volta. E' il politico che ti ha promesso una licenza commerciale, quello che hai mandato in parlamento con i voti  della tua famiglia ed è sempre nervoso. O è l'oncologo da cui sta andando a parlare e ti hanno detto essere il migliore, lui quando tira si sente onnipotente. O è il ginecologo che si sta dimenticando di buttare la sigaretta prima di entrare in stanza e visitare tua moglie che ha le prime doglie. E' tuo cognato che non è mai allegro, è il ragazzo di tua figlia che invece lo è sempre. Se non sono loro, allora è il pescivendolo che sistema il pesce in bella mostra, o il benzinaio che sbrodola la benzina fuori dalle auto. O è il medico della mutua che ti fa entrare senza fare la fila perché a Natale sai cosa regalargli. La usa il portiere del tuo palazzo, la professoressa che dà ripetizioni ai tuoi figli, l'insegnante di piano di tuo nipote, il costumista della compagnia di teatro che andrai a vedere questa sera, il veterinario che cura il tuo gatto. Il sindaco da cui sei andato a cena. Il costruttore della casa in cui vivi, lo scrittore che leggi prima di dormire, la giornalista che ascolterai al telegiornale. Ma se, pensandoci bene, ritieni che nessuna di queste persone possa tirare cocaina, o sei incapace di vedere o stai mentendo. Oppure, semplicemente, la persona che ne fa uso sei tu. 

E, come mi è successo altre volte in passato leggendo i libri di personaggi che hanno sfidato la morte per seguire una storia, personaggi del calibro di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani, mi scappa anche qui un inchino virtuale a Roberto Saviano, che ha voluto mettere la verità al primo posto, più importante della sua stessa vita





lunedì 13 marzo 2017

GdL Librarsi: l'incontro di marzo 2017

Ben ritrovati lettori! Questa sera vi aggiorno sull'ultimo incontro del Gruppo di Lettura Librarsi, anche se controvoglia. Come alcune mie "colleghe" della Challenge sanno dopo il mio caustico sfogo su Facebook, il libro scelto per l'incontro non mi ha appassionato per niente. Il tema centrale, così come viene presentato da entusiastici pareri sul web, poteva essere un ottimo spunto per un romanzo di un certo spessore, e invece questo libro è entrato di diritto nella mia Top Five dei Worst Book of the Year 2017, anzi vi preannuncio che si guadagna la nomination per la rosa dei candidati al Worst Book Ever Award.

Trama:
Lara è una donna in crisi. Il marito l'ha abbandonata improvvisamente per una più giovane di lei. Disperata, lascia Milano e, su consiglio di un amico, parte per il Perù.  A contatto con una cultura e un ambiente tanto differenti dai suoi, impara a scoprire se stessa, diventando forte, indipendente, femminile e saggia.
Tata Sabino e Mama Maru, i suoi maestri 'curanderos', la guidano in un percorso iniziatico che la porterà a superare prove che prima pensava impossibili: domare e cavalcare animali selvaggi, andare in cerca di visioni nella foresta amazzonica, tuffarsi in lagune gelate, attraversare ponti sospesi sull'abisso, conoscere la sessualità sacra.
Fino a scoprire e fare proprio un modo sconosciuto e più autentico di essere donna. L'antica cultura andina, contrariamente a quella occidentale, è fortemente orientata al femminile; sostiene che il primo essere umano comparso sulla terra era una donna e ha come divinità principale 'Pachamama', la dea natura. Un modo completamente diverso dunque di intendere la società, il matrimonio, il sesso.
Una guida spirituale in forma di romanzo capace di rivelare prospettive illuminanti sulla vita di coppia e sulla femminilità. Un viaggio fra i curanderos delle Ande alla scoperta di un modo più autentico di essere donna.


Un libro inqualificabile sotto tutti i punti di vista, al punto che tutto quello che potrei dirvi mi sembra blogospazio sprecato, che sarebbe meglio dedicare a qualcosa di più meritevole. Uno stile di scrittura che lascia a desiderare, degno di un dilettante da concorso a premi di paese. Una storia che fa acqua da tutte le parti, inverosimile dal punto di vista sociale e linguistico. Una protagonista che dovrebbe incarnare la donna avventuriera e coraggiosa che prende in mano la propria vita per cambiarla e invece si ricopre solo di ridicolo. Strati su strati di stereotipi sulle abitudini del Sud Italia che mi hanno solo fatto infuriare. Dialoghi scialbi, ricostruzioni che sanno di fantasia infantile. Insomma, non so nemmeno spiegarmi come io abbia fatto a superare la metà del libro, un orrore!

La nota positiva, come sempre, dei nostri incontri mensili del GdL è il cibo. Ho scoperto che la dieta peruviana si basa molto sulle patate, di cui in Perù si coltivano infinite varietà, e quindi ecco a voi la causa rellena, sformato freddo di patate ripieno di tonno e verdure..




Vi lascio di seguito il link di questa gustosissima ricetta:

http://blog.giallozafferano.it/ricettecampagna/causa-rellena-ovverosia-sformato-freddo-di-patate-con-tonno-e-dragoncello/


Questo libro, purtroppo, ha infranto il mio personale quadro di massima stima per gli autori sudamericani, e mi ha insegnato che non si può fare di un'erba un fascio. Oppure è l'eccezione che conferma la regola.. Bah, comunque, Sconsigliatissimo!