sabato 20 aprile 2019

Netflix. Marzo deludente a base di thriller e fantasy

Buongiorno lettori, arrivo un (bel) po' in ritardo, ma vi parlo delle deludenti serie tv che ho seguito a marzo su Netflix. E' stato davvero un mese di scelte pessime in generale, purtroppo, sia per quanto riguarda serie fantasy che per cosiddetti "thriller". 




Dirty John - 1 stagione da 8 episodi
Mescolate insieme due piaghe del nostro secolo: i siti di incontri dove ogni malintenzionato può sembrare una brava persona, e la violenza contro le donne, e otterrete una storia cruda che colpisce nel segno. Peccato che, nonostante i migliori presupposti, questa serie, ispirata al podcast di Christopher Goffard a sua volta tratto da una storia vera, diventa, puntata dopo puntata, un po' troppo stucchevole, con quell'aria patinata di glamour che toglie la suspense e fa sembrare i personaggi una caricatura della reale catastrofe che, invece, dovrebbe rappresentare. 



Guilt - 1 stagione da 10 episodi
Liberamente ispirata al caso di Amanda Knox, tanto da renderla un cliché. Grace si sveglia dopo una folle notte di bagordi e trova la sua coinquilina brutalmente uccisa. Grace ha dei segreti, così come tutti gli altri personaggi, ma la sceneggiatura pecca di arroganza, col risultato che i 10 episodi ne risultano fin troppo densi di segreti e colpi di scena, affollati di personaggi, indizi, svolte, riducendo un buon potenziale a un melting pot di troppo di tutto, che alla lunga stanca e non soddisfa per niente.



The Order - 1 stagione da 10 episodi, in corso
Non ne avete già avuto abbastanza di storie che ruotano attorno all'eterna lotta tra streghe e licantropi? Beh, in ogni caso, passate oltre. Oltre ad avere una trama trita e ritrita, che non ha niente da aggiungere ad altre serie decisamente migliori, questa è mediocre, scade nella banalità già dopo la prima puntata. I personaggi sono scialbi, i dialoghi insulsi, gli effetti speciali degni del secolo scorso, l'atmosfera per niente cupa. Ripeto, passate oltre. 




The O.A. - 2 stagioni da 8 episodi, in corso
Prairie, rimasta cieca da bambina in seguito ad un incidente e poi adottata dopo la morte del padre, riappare sette anni dopo essere scomparsa: ha riacquistato la vista. Il mistero attorno alla circostanze tragiche della sua prigionia e del suo inaspettato dono si svela a poco a poco. Serie bizzarra, difficilmente inquadrabile in una sola categoria di genere, che può essere il suo punto di forza o la sua debolezza. Ci sono state puntate che mi hanno annoiato, e altre che mi hanno rincorso fin dentro i sogni. E' ambigua, imprevedibile, a volte ridicola, ma decisamente audace in quanto al contenuto. Potete amarla, o odiarla, ma è quasi certo che vi terrà incollati allo schermo.



La casa di carta - 1 stagione da 22 episodi divisa in due parti, in corso
Mi sono lasciata convincere da tutti quelli che mi dicevano "Guardala che è bellissima". Originale ci può stare, interessante per l'impatto sociologico si può azzardare, ma non venite a dirmi che è il capolavoro degli ultimi anni.
Mi sono sganasciata dalle risate per i risvolti da telenovela, e si, sono curiosa di vedere il seguito che uscirà a luglio, ma non particolarmente impaziente. 




Pretty Little Liars - 7 stagioni da 20/25 episodi
Non è esattamente il tipo di serie che amo guardare, e per adesso non mi sbilancio perché sono ancora alla quinta stagione.
Paradossi a parte, mi sta tenendo incollata perché la sceneggiatura è decisamente astuta piazzando ad arte i colpi di scena che ribaltano continuamente la situazione. Però prima di dare un parere definitivo, intendo guardarla tutta. 





Recensione. "Sulla pelle" di Gillian Flynn. Incidere la pelle e scavare nell'anima

Buongiorno lettori, come vedete non sono scomparsa dalla circolazione, è solo che aprile si sta rivelando un mese molto intenso. In questo pigro sabato prefestivo vi parlo di un libro su cui avevo puntato probabilmente più di quanto non meritasse in realtà, ma tenendo conto che si tratta del romanzo d'esordio di Gillian Flynn diciamo che i difetti sono perdonabili. 




Trama:
Due bambine sono state rapite e assassinate. Avevano nove e dieci anni; quando sono state ritrovate, la loro bocca era aperta, come in un estremo gesto di stupore, e l'assassino aveva strappato loro tutti i denti. Spetta alla giovane reporter Camille seguire il caso per conto del giornale per cui lavora. Da quando se n'è andata da casa, otto anni prima, non ha quasi più parlato con i suoi familiari: né con la madre, bella e inavvicinabile come una bambola di porcellana, né con la sorellastra che conosce a malapena, una tredicenne precoce dal fascino misterioso e fatale. Ora, tornata nella dimora vittoriana di famiglia, Camille è perseguitata dai ricordi d'infanzia e da una tragedia che neppure un ricovero in un ospedale psichiatrico le ha permesso di dimenticare. Indagando sugli omicidi insieme al capo della polizia locale e a un agente speciale dell'FBI, Camille inizia a identificarsi sempre di più con le giovani vittime. Perché ha la sensazione di aver già vissuto sulla propria pelle i loro orrori? Incalzata dai suoi demoni, dovrà risolvere il puzzle del suo passato, prima che il ritorno forzato a casa si trasformi in un viaggio a senso unico verso l'inferno.


Camille è fuggita da Wind Gap, il paesino dove è cresciuta, dalla sua atmosfera opprimente e dal rapporto insidioso con una madre che non le ha mai dimostrato affetto. Adesso fa la reporter per un piccolo quotidiano di Chicago, sognando lo scoop che le farà fare il salto di carriera, ha una vita sociale striminzita, nessuna relazione amorosa e tante cicatrici sul corpo, visto che soffre di un intenso disturbo di autolesionismo per cui si incide su ogni lembo di pelle le parole che le risuonano nella testa; ma ha cicatrici anche nell'anima, vittima di un'infanzia segnata dal lutto e dalla solitudine.

Il fatto è, vedete... sono una che si taglia. O, se preferite, 
che si incide, si tagliuzza, si affetta, si pugnala.
Sono un caso molto, molto speciale. Perché ho uno scopo.
La mia pelle, dovete sapere, urla. E' coperta di parole,
come se un intagliatore alle prime armi avesse imparato il mestiere sulla mia carne. 
Sono spesso parole femminili, oppure sono decisamente negative.
Io so solo che in determinati momenti per me è di vitale importanza
vedere quelle lettere impresse sulla carne.
Non soltanto vederle, ma anche sentirle.

Quando il suo capo decide di mandarla proprio lì, a Wind Gap, a investigare e scrivere reportage su due casi di omicidio che hanno per vittime delle bambine innocenti, Camille si arma della sua invalicabile corazza di cinismo e diffidenza per fare i conti con il passato e, soprattutto, con sua madre.

Senonché l'indagine la porta a scoprire i segreti inconfessabili della sua famiglia. Inizia a svelare, a poco a poco, il rapporto malato che sua madre ha intessuto negli anni con Amma, la figlia avuta dall'uomo che ha deciso di sposare dopo la scomparsa del padre naturale di Camille. Ma anche Amma, dal canto suo, giovane e disinibita, ha delle tendenze a dir poco sadiche e si approfitta delle debolezze altrui godendo nel far del male agli altri.


martedì 2 aprile 2019

Bibliografia a tema. MIGRAZIONI

"Non dirmi che hai paura", Giuseppe Catozzella. 236 pagg.
Samia è una ragazzina di Mogadiscio e ha la corsa nel sangue. Una notte parte, a piedi, rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.

"Nel mare ci sono i coccodrilli", Fabio Geda. 155 pagg.
L'incredibile viaggio di Enaiatollah Akbari che lo porterà dall'Afghanistan in Italia passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Un'odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l'ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.

"L'ultimo arrivato", Marco Balzano. 205 pagg.
La storia di un bambino di 9 anni, Ninetto detto pelleossa, che abbandona la Sicilia e si reca a Milano, lasciando dietro di sé una madre ridotta al silenzio e un padre che preferisce saperlo lontano ma con almeno un cenno di futuro. Quando arriva a destinazione, davanti agli occhi del bambino si spalanca il nuovo mondo, la scoperta della vita e di sé.

"Adua", Igiaba Scego. 192 pagg.
Adua, emigrata dalla Somalia e sfuggita dai rigori paterni e dalla dittatura comunista, approda a Roma inseguendo il miraggio del cinema. Purtroppo l'unico film da lei interpretato, un porno soft dal titolo "Femmina somala", sarà fonte solo di umiliazione e vergogna. Solo adesso Adua si sente pronta a riprendere in mano la sua vita.

"Vita", Melania G. Mazzucco. 462 pagg.
Nel 1903 Vita e Diamante, 9 anni lei, dodici lui, sbarcano a New York. Dalla miseria delle campagne del Mezzogiorno vengono catapultati in una metropoli moderna, caotica e ostile. Li aspettano sopraffazione, violenza, tradimento. Ma anche occasioni di riscatto, la scoperta dell'amicizia e, soprattutto, l'amore.

"Partire", Tahar Ben Jelloun. 268 pagg.
Per Azel la vita a Tangeri non permette molto, partire è l'unica salvezza possibile. Ma anche partire è difficile, rischioso e richiede compromessi. Sembra non esserci scampo per la dignità, in questo mondo di opportunismi, prostituzione, clandestinità, sessualità tradita. Per fortuna ci sono i sogni.

"Exit West", Moshin Hamid. 150 pagg.
Nadia e Saeed vogliono tenere in vita il loro amore giovane e fragile mentre la guerra civile divora strade, case, persone. Inizia così il viaggio, il tentativo di sopravvivere a un mondo che li vuole morti, di restare umani in un tempo che li vuole ridurre a problema da risolvere, di restare uniti quando ogni cosa viene strappata via.

"La ragazza con la Leica", Helena Janeczek. 320 pagg.
Un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani, restituendo vita alle istantanee di quei ragazzi degli anni Trenta alle prese con la crisi economica, l'ascesa del nazismo, l'ostilità verso i rifugiati che in Francia colpiva soprattutto chi era ebreo e di sinistra, come loro. Ma per chi l'ha amata, quella giovinezza resta il tempo in cui, finché Gerda Taro è vissuta, tutto sembrava ancora possibile.

"Il mare nasconde le stelle". Francesca Barra. 150 pagg.
Remon è un ragazzo di 14 anni che sta fuggendo dal suo paese, l'Egitto, dall'odio e dalla intolleranza che hanno cambiato la sua vita all'improvviso: perché Remon è cristiano ed è stato costretto a scappare senza dire addio alla sua famiglia. In Italia Remon ritrova la speranza e il coraggio di sorridere ancora, senza dimenticare da dove viene, ma forte della scoperta che a volte anche dal mare si può volare.