mercoledì 31 luglio 2019

Netflix. Luglio, nostalgia d'ambientazione e un po' di splatter

Miei cari Netflix-dipendenti, anche questo mese ho poco da raccontare sul versante serie tv. Complice il bel tempo, mi sono dedicata a tutt'altro che leggere e guardare Netflix. Ma è stato un mese di tuffi nel passato, di ambientazioni nostalgiche e temi delicati.

Willy, il Principe di Bel-Air - 6 stagioni
Se, come me, non siete più tanto giovani e il pomeriggio dopo scuola vi piazzavate immancabilmente davanti a Italia1, non potete non ricordare Will Smith alle prime armi in questa pazzesca sit-com, che Netflix ha deciso di rimettere in circolazione. Cosa ho notato rispetto al ricordo che ne avevo? Il delicato tema del razzismo, le allusioni neanche troppo velate alla lotta di classe, il senso del dovere, l'integrità della famiglia. Resta inattaccabile l'evidente abilità comica del protagonista, ovviamente. 


Stranger things - 3 stagioni, in corso
Omaggio al cinema di fantascienza degli anni '80, questa serie tv racchiude tutto il meglio che il filone fantascientifico ha da offrire a chi ricorda con nostalgia quelle estati, da ragazzini, quando si giocava in soffitta o nelle case abbandonate e i mostri erano sempre dietro l'angolo. La terza stagione l'ho guardata in poco più di una giornata, e ha riconfermato la bravura degli sceneggiatori. Cast superbo, ambientazione eccellente, trama senza passi falsi. Ora c'è solo da attendere il seguito.


FILM

Girl, Interrupted
Adattamento cinematografico del diario di Susanna Kaysen "La ragazza interrotta", questo film del 1999 racconta il senso di alienazione di alcune donne rinchiuse in una clinica psichiatrica. Siamo nel 1967, Susanna ha tentato il suicidio ingoiando pillole con della vodka, e le è stato diagnosticato un disturbo borderline della personalità. Nell'istituto di salute mentale, molte donne come lei, tacciate di "pazzia", fanno i conti con il modo in cui la società decreta unilateralmente cosa è accettabile, cosa è normale e cosa non lo è. Un film emozionante e coinvolgente che evidenzia il confine molto labile tra follia e normalità, dove la normalità è spesso solo ipocrisia e la follia è spesso solo desiderio di sentirsi amati.


Il gioco di Gerald
Tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, questo thriller riadattato in chiave più moderna rispetto al libro del 1992 gioca molto sulle proiezioni mentali. Jessie e Gerald decidono di cimentarsi in un gioco erotico per ravvivare un rapporto stanco e dettato dalla routine: seppure di malavoglia, Jessie si lascia ammanettare al letto ma appena prima di consumare il rapporto, Gerald viene colto da un infarto e si riversa a terra ai piedi del letto. Qui inizia il calvario di Jessie, che tenta di mantenere la lucidità per avere la meglio sul lento logorio del corpo, cercando il modo di liberarsi dalle manette prima di morire di fame e sete. I ricordi e le allucinazioni si sovrappongono ai pericoli reali (un cane randagio attirato dall'odore del cadavere di Gerald e un assassino che si aggira indisturbato nelle vicinanze), in un macabro gioco mentale. La salvezza di Jessie risiede solo nella sua capacità di guardare in faccia i demoni del passato.


The perfection
Un thriller/horror decisamente splatter, e anche piuttosto disturbante, che mette al centro di tutto un estremizzato desiderio di vendetta e di riscatto, e una bizzarra concezione di solidarietà femminile. Charlotte, ex violoncellista di successo, alla morte della madre decide di riallacciare i rapporti con Anton e Theis, proprietari e direttori della esclusiva scuola di musica in cui è cresciuta e maturata. Ma la coppia ora è tutta presa dalla nuova enfant prodige, Lizzie. La reazione di Charlotte è lenta ma poi si svela in tutta la sua complessità. Non è invidia, nemmeno cattiveria ingiustificata: si nutre di anni di abusi fisici e mentali. Il primo atto di questo film è a dir poco raccapricciante, ma non è nulla in confronto al secondo atto, con colpi di scena, ribaltamenti di situazioni e rewind che accendono la curiosità e disgustano, toccando corde molto profonde che ai più sensibili faranno ribrezzo. Colonna sonora ansiogena, scene tanto violente da disorientare, ma con una loro certa cruda bellezza. Da vedere, ma solo per chi ha lo stomaco forte.


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