sabato 20 luglio 2019

Recensione. "Origin" di Dan Brown, il dilemma con la D maiuscola.

Buongiorno lettori, in questo pigro sabato estivo. Ho letto molto negli ultimi due mesi ma ho scritto veramente poco. 

Ma ci sono così tante cose entusiasmanti da fare in estate! 

Non è una giustificazione, lo so bene, quindi oggi mi metterò d'impegno per recuperare tutti gli arretrati. Cominciamo.

Trama:
Robert Langdon, professore di simbologia e iconologia religiosa a Harvard, è stato invitato all'avveniristico museo Guggenheim di Bilbao per assistere a un evento unico: la rivelazione che cambierà per sempre la storia dell'umanità e rimetterà in discussione dogmi e principi dati ormai come acquisiti, aprendo la via a un futuro tanto imminente quanto inimmaginabile. Protagonista della serata è Edmond Kirsch, quarantenne miliardario e futurologo, famoso in tutto il mondo per le sbalorditive invenzioni high-tech, le audaci previsioni e l'ateismo corrosivo. Kirsch, che è stato uno dei primi studenti di Langdon e ha con lui un'amicizia ormai ventennale, sta per svelare una stupefacente scoperta che risponderà alle due fondamentali domande: da dove veniamo? E, soprattutto, dove andiamo? Mentre Langdon e centinaia di altri ospiti sono ipnotizzati dall'eclatante e spregiudicata presentazione del futurologo, all'improvviso la serata sfocia nel caos. La preziosa scoperta di Kirsch, prima ancora di essere rivelata, rischia di andare perduta per sempre. Scosso e incalzato da una minaccia incombente, Langdon è costretto a un disperato tentativo di fuga da Bilbao con Ambra Vidal, l'affascinante direttrice del museo che ha collaborato con Kirsch alla preparazione del provocatorio evento. In gioco non ci sono solo le loro vite, ma anche l'inestimabile patrimonio di conoscenza a cui il futurologo ha dedicato tutte le sue energie, ora sull'orlo di un oblio irreversibile. Percorrendo i corridoi più oscuri della storia e della religione, tra forze occulte, crimini mai sepolti e fanatismi incontrollabili, Langdon e Vidal devono sfuggire a un nemico letale il cui onnisciente potere pare emanare dal Palazzo reale di Spagna, e che non si fermerà davanti a nulla pur di ridurre al silenzio Edmond Kirsch. In una corsa mozzafiato contro il tempo, i due protagonisti decifrano gli indizi che li porteranno faccia a faccia con la scioccante scoperta di Kirsch... e con la sconvolgente verità che da sempre ci sfugge.


Dan Brown o lo si ama o lo si odia. Idem per il professore Robert Langdon. Negli anni, fin dalle prime pubblicazioni, qualcuno ha tacciato lo scrittore di essere troppo "commerciale", di fare proseliti attraverso stratagemmi narrativi che inculcano idee bizzarre nella testa di ingenui e fanatici complottisti. Da una parte bisogna ammettere che le teorie cospirazioniste intrigano fin troppo, anche quando sono ai limiti dell'assurdo. Ma d'altra parte, la bravura di Dan Brown a intrecciare tali teorie con fatti storicamente attendibili è innegabile, e questo romanzo lo conferma.

Tuttavia, in Origin, Dan Brown si allontana dagli stereotipi dei precedenti romanzi e, secondo la mia opinione, ha fatto una scelta più matura, più in linea con i tempi che corrono, e senza infarcire il romanzo di teorie che a qualcuno fanno storcere il naso. Anche perché qui siamo di fronte al dilemma con la D maiuscola. Le domande che scuotono l'umanità da tempo immemore e che da sempre dividono gli evoluzionisti e i creazionisti: Chi siamo? Da dove veniamo?

In questo romanzo la contrapposizione tra scienza e fede assume una portata di respiro internazionale: tutto il mondo col fiato sospeso a seguire la diretta streaming di Edmund Kirsch, il miliardario futurologo e inventore, che ha promesso di svelare la risposta alle fatidiche domande "Da dove veniamo? Dove andiamo?"


Ma l'evento sfocia nel caos, quando l'oratore viene ucciso prima di concludere la sua presentazione. E in gioco ci sono potenze nascoste che cambiano continuamente le carte in tavola, al punto che, fino alla fine, non si sa chi stia dalla parte dei buoni e chi dalla parte dei cattivi. Starà a Robert Langdon e alla bella Ambra Vidal, fidanzata nientepopodimeno che con il principe di Spagna, rivelare al mondo intero la scoperta di Kirsch prima che qualcuno gli chiuda la bocca per sempre.

A fare da sfondo a tutto ciò l'enigmatica bellezza della Spagna, dall'avveniristico museo Guggenheim di Bilbao alla Sagrada Familia di Barcellona. Dan Brown, come al solito, non lesina interessanti nozioni su arte, storia, architettura, scienza, religione e simbologia, sparse un po' dovunque a beneficio del lettore, ma con la sua consueta leggerezza e senza usare un tono saccente.

Come dicevo, a parte i simboli da decifrare, la corsa contro il tempo, la ricerca della verità che contraddistinguono i romanzi con Robert Langdon, ho trovato che il fulcro di questo romanzo sia molto più attuale e di portata più ampia, inducendo quindi il lettore a riflessioni molto più profonde.


Io poi, personalmente, che in casa mia mastico pane ed elettronica, sono rimasta molto affascinata dalle infinite possibilità dell'Intelligenza Artificiale sviluppate all'interno della trama. Robotica, domotica, la loro integrazione sempre più variegata nelle nostre vite, da una parte. E dall'altra un sistema collaudato da secoli, la religione, che allunga ovunque i suoi perfidi artigli tentando di ottundere le menti dei credenti. (Si vede che sono di parte??!?)

"In principio l'uomo creò Dio, a sua immagine e somiglianza"

Inoltre, come sempre mi è successo con i romanzi di Dan Brown, ho trovato molti spunti interessanti da approfondire, e valanghe di frasi da ricopiare sul mio quaderno. Ma a un certo punto le citazioni erano troppe e ho dovuto iniziare a fotocopiare pagine intere. :D

Ho addirittura in mente di creare una presentazione video basata su quella spiegata all'inizio del libro, sarebbe molto suggestiva.

Trovo solo buoni motivi per consigliarvi di leggere questo libro. Dall'ambientazione ai personaggi (Edmond Kirsh ricorda un po' Elon Musk ed è davvero un personaggio riuscitissimo, secondo me), dall'architettura intrigante di Barcellona ai misteri della vita di Gaudì, dall'eterno conflitto tra scienza e fede alle numerose applicazioni moderne della cibernetica. Senza dimenticare il finale che, senza voler spoilerare, apre un mondo di interpretazioni e invita a riflettere sul futuro dell'umanità.

Come andrà a finire nei prossimi decenni? Saremo inglobati dalle nostre stesse creazioni fatte di titanio, carbonio e circuiti elettronici? Troveremo un modo per mettere d'accordo scienza e fede? 

E tu, che ne pensi? Sia che tu abbia letto o meno il libro, mi piacerebbe sapere la tua opinione.






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