domenica 29 gennaio 2017

Irriverente e ironico, "L'assassino, il prete, il portiere" di Jonas Jonasson

Buonasera lettori, stasera vi parlo di un libro che mi ha divertito moltissimo. Dello stesso autore, dietro consiglio di una compare del GdL avevo già letto "L'analfabeta che sapeva contare" (qui la recensione), e quando ho notato che il nuovo libro era perfetto per un obiettivo della Hunting Word Challenge, ho pensato che l'occasione era troppo ghiotta per non essere sfruttata.


Trama:
Johan Andersson, conosciuto da tutti come Anders l’Assassino, è appena uscito di prigione e sbarca il lunario facendo piccoli lavori per i gangster della zona, e li farebbe anche bene se non fosse per il vizio di bere, che inizia a minacciare la sua professionalità. La sua vita subisce una svolta quando Anders incontra Johanna Kjellander, pastore della Chiesa protestante, e un portiere d’albergo (o meglio, di un bordello, appena diventato hotel con una stella). I tre decidono di formare una società basata sulle doti (e la reputazione) di Anders, mentre gli altri si occupano di trovare clienti, gestire le relazioni pubbliche e portare avanti nuove strategie di business. L’impresa funzionerebbe, se non fosse che la curiosità porta l’assassino a chiedersi il perché di ogni cosa e dopo qualche discussione con il pastore, decide di rivolgere le sue domande direttamente a Gesù che, del tutto inaspettatamente, gli risponde! Con la svolta religiosa di Anders, Johanna e Per capiscono che la società è in pericolo e devono elaborare un nuovo piano. In fretta. 




Per Persson, un nome che è un programma, portiere di un ex bordello trasformato in un'infima pensione, pieno di rancore nei confronti di suo nonno che ha sperperato milioni investendo in un settore che non ha retto al progresso, incontra Johan Andersson detto Anders l'Assassino che è appena uscito di prigione e ha deciso di non uccidere più nessuno. Il problema è che Anders non ha altri talenti all'infuori del picchiare le persone perciò, dopo aver conosciuto anche Johanna, una giovane donna costretta dal padre a perseguire la carriera ecclesiastica ma che si definisce atea e ha appena perso il lavoro di pastore nella chiesa, Per si trova suo malgrado coinvolto nell'inverosimile piano di creare una società che accetta di malmenare persone su commissione: Anders l'Assassino si occupa del lato pratico mentre Johanna gestisce le pubbliche relazioni e Per tiene la contabilità.

Per un certo periodo gli affari vanno a gonfie vele. Accade però che Anders l'Assassino inizia a porsi delle domande sulla religione, e dopo essersi fatto istruire dal pastore Johanna riguardo alla Bibbia, ai sacramenti e alla religione, si convince che Gesù l'ha chiamato a sé per illuminare il suo cammino e prendere la retta via. Per la società che incassa milioni di corone svedesi a commessa la decisione di Anders di cambiare rotta vorrebbe dire il collasso ma Johanna sa come sfruttare anche la svolta religiosa. Dopo una fuga rocambolesca su un camper rubato e con tutti i milioni incassati per "lavoretti" accettati ma non portati a termine da Anders, alla Svezia intera viene mostrato il nuovo volto di Anders l'Assassino: un benefattore che devolve in beneficenza tutti gli introiti illeciti della sua precedente attività, e, sebbene con alle calcagna tutta la masnada di malfattori rimasti scontenti dal mancato compimento delle loro precise richieste di braccia rotte, gambe fratturate, pestaggi e lesioni varie nei confronti di rivali nemici e debitori poco coscienziosi, il trio decide addirittura di istituire la Chiesa di Anders. Il nuovo pastore Anders, adesso, concede il sacramento della Comunione con fiumi di vino rosso moldavo importato illegalmente e cracker (leggi il sangue e il corpo di Cristo), e predicando la generosità convince i fedeli a versare ogni domenica centinaia di corone in beneficenza, di cui ben il novantaquattro per cento lo intascano i "bisognosi" Per e Johanna.

Neanche questa avventura durerà a lungo, complice l'invidia di un autonominatosi sagrestano non retribuito che, poco prima di morire per il fortuito caso di trovarsi nella traiettoria di una pallottola destinata al pastore Anders, aveva sollevato la dubbia questione della legalità della nuova Chiesa istituita con l'Agenzia del Fisco svedese. Il funzionario mandato dall'Agenzia delle Entrate troverà però solo un Anders ubriaco e impasticcato a sua insaputa da Per e Johanna, con dei fumetti al posto dei libri contabili, mentre questi due fuggono con il grosso del bottino. Ma non andranno lontano: i vecchi nemici della prima società rimasti delusi requisiscono in breve tutti i milioni di corone guadagnati tramite la Chiesa, ma almeno il portiere e il pastore hanno salva la vita mentre Anders l'Assassino viene incarcerato per una lunga lista di reati.

Qualche tempo dopo la coppia, che nel frattempo ha scoperto di odiare un po' meno il mondo in virtù del reciproco amore, sta per avere una bambina, ma entrambi sentono come un peso sul cuore per aver abbandonato Anders e la tasca un po' troppo alleggerita rispetto ai bei tempi della Chiesa. Sta prendendo forma un nuovo piano: Anders sta per essere rilasciato per buona condotta e stavolta a essere sfruttata sarà l'immagine di un Babbo Natale generoso: basandosi sul motto "dare per ricevere", un allegro Babbo Natale con una lunga barba vera impersonato da Anders l'Assassino, bussa alle porte di tutti i bisognosi per regalare soldi. Complice poi la pubblicità mediatica e un sito internet, da tutti i paesi del Nord Europa iniziano ad arrivare donazioni per aiutare il misterioso omone vestito di rosso a continuare a dare una speranza ai poveri e ai disadattati.
Il portafoglio di tutti comincia a gonfiarsi di nuovo a dismisura...


Questo libro ha un sacco di pregi, che non saprei da dove cominciare. E' scorrevole e si lascia leggere velocemente, è una lettura leggera eppure ricalca molti paradossi della cultura contemporanea facendo riflettere, è ironico e irriverente, con una sfilata di personaggi improbabili che vivono avventure altrettanto improbabili ed esilaranti. Devo ammettere con una punta di rammarico che non siamo ai livelli di "L'analfabeta che sapeva contare", che se non altro ha una trama molto più complessa e meglio congegnata e dei personaggi più delineati, ma l'umorismo di Jonasson è assolutamente contagioso. Ve lo consiglio vivamente come lettura frivola per impegnare qualche ora col sorriso sulle labbra.










2 commenti: