domenica 11 settembre 2016

"Il giro di vite", una scoperta inaspettata



TRAMA:
Una giovane istitutrice viene scelta da un gentiluomo per occuparsi dei suoi nipoti, Miles e Flora. Il compito le viene presentato come particolarmente impegnativo, sicché la donna immagina di ritrovarsi di fronte due bambini particolarmente irrequieti e riottosi. Noterà invece che Miles e Flora, oltre ad essere di una bellezza angelica, hanno maniere squisite e notevole senso della disciplina. Questo quadro mal si concilia con quanto riportato su una lettera della scuola di Miles, che dichiara di non volere più il bambino nel proprio istituto, senza spiegarne le motivazioni. In più, la donna scopre che l'istitutrice precedente era morta in circostanze misteriose, e così il suo amante, un certo signor Quint...
 



Cari lettori, se amate il genere horror e avete apprezzato Edgar Allan Poe, non potete perdervi questo gioiellino di Henry James, che, forte di una solida tradizione gotica (non è un caso che la stessa narratrice protagonista in un passo del diario alluda esplicitamente a "I misteri di Udolfo" e indirettamente a Bertha di "Jane Eyre"), consacra tuttavia questo filone letterario a un livello decisamente superiore. 
Devo ammettere che i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi al principio mi hanno lasciato alquanto allibita. Frasi lasciate a metà, dialoghi in cui il bambino e l'istitutrice si parlano senza capirsi, la semplicioneria della governante, descrizioni ripetitive, monologhi da psicopatia.. ma tutto ciò ha senso se si guarda dalla prospettiva dell'autore, celebrato come il maestro dell'ambiguità, il cui intento è appunto quello di lasciare tutta la storia e in special modo il finale alla libera interpretazione del lettore. Chi è veramente il cattivo? I bambini, i fantasmi o l'istitutrice stessa? E lo zio benefattore perché mantiene le distanze? Cosa c'è stato veramente di così scandaloso tra Mr Quint e Miss Jessel?  E il bello è che in questo libricino non c'è niente di veramente orrendo e pauroso, basta l'instillazione del dubbio, l'angoscia sospesa tra le conversazioni, la descrizione della tipica casa di campagna vittoriana e delle lande desolate, a creare nel lettore la sensazione del Male con la M maiuscola che sta per abbattersi su tutti i personaggi. E invece il finale.. Non vi anticipo niente perché in realtà non c'è niente da dire, il finale lo decidete voi. 
E' il primo libro che leggo di James e trovo che sia uno scrittore quantomeno geniale, proprio io che di solito inorridisco (applausi per la sottigliezza, su) davanti a storie col finale aperto. Consigliato al 100%, almeno agli amanti del genere. 



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