Buonasera lettori, per fortuna un libro tira l'altro perché dopo una delusione ci vuole immediatamente qualcosa di diverso per risollevarsi. E' per questo che stasera vi parlo con animo un po' meno bellicoso di quanto avrei fatto una settimana fa, appena concluso il libro che avevo scelto per l'obiettivo della Challenge in cui si richiedeva di leggere un derivato da un romanzo di Jane Austen.
Trama:
Fitzwilliam Darcy è l'eroe romantico che da duecento anni a questa parte continua a conquistare il cuore di milioni di lettrici in tutto il mondo. In questa coinvolgente e fedele rivisitazione di "Orgoglio e pregiudizio", finalmente la storia di Darcy ed Elizabeth viene raccontata dal punto di vista di lui. Per la prima volta abbiamo accesso ai suoi pensieri e sentimenti più intimi, riversati nelle pagine del suo diario, e a tutti quei momenti e quelle situazioni a cui nell'originale si fa solo cenno. All'apparenza freddo e distaccato, Darcy in realtà ha un temperamento passionale: possiamo condividere la sua furia e la sua indignazione nello scoprire il proposito della sorella di fuggire con George Wickham, la sua buona fede nell'adoperarsi per separare l'amico Charles Bingley da Jane Bennet e il suo disgusto nel dover di nuovo aver a che fare con Wickham, che ora insidia proprio la famiglia Bennet. Ma, sopra ogni altra cosa, attraverso le parole di Darcy ripercorriamo la sua storia d'amore con Elizabeth in tutte le sue sfumature, dall'iniziale ostilità all'irresistibile attrazione, dal conflitto interiore fino all'indimenticabile lieto fine.
La storia ormai la conosciamo tutti, non starò qui a sprecare parole sulla trama. Quindi vado dritta al punto e vi elenco tutti i difetti, a mio parere, di questo libro.
L'espediente del diario non mi ha entusiasmato per niente, nonostante l'infaticabile lavoro che deve aver fatto l'autrice per incastrare il più fedelmente possibile tutti gli avvenimenti del romanzo originale.
I primi capitoli sono tutto uno scopiazzamento dei dialoghi dell'originale, con la sola variazione della narrazione in prima persona anziché in terza.
Quello che mi hanno trasmesso tutti i personaggi compreso il protagonista è stata un'esaltazione delle loro caratteristiche peggiori: l'ego smisurato di Darcy, l'impertinenza di Elizabeth, l'ingenuità di Bingley, la perfidia di Caroline, la malizia di Lydia, la vacuità di Mrs Bennet, la superbia di Lady Catherine, e via dicendo, al punto che mi sono domandata se non fossi davanti a una specie di macchietta. Insomma, l'arguzia di zia Jane nel cogliere le contraddizioni della società è impareggiabile, e fatevene una ragione.
Il tormento interiore di Darcy, che è ovviamente il fulcro del libro, è stato talmente monotono e ripetitivo che non vedevo l'ora di arrivare alla fine.
Anche tutti quegli avvenimenti taciuti nell'originale e che qui danno un senso e in un certo modo completano la storia, non mi hanno entusiasmato, e avrei preferito non doverli immaginare attraverso la penna della Grange, ma piuttosto lasciarli in un alone di mistero.
Insomma, un fiasco sotto tutti i punti di vista, perfino il finale in cui la Grange si concede la licenza di immaginare un ennesimo amore che sboccia, per me ha snaturato del tutto Orgoglio e Pregiudizio.
Assolutamente non consigliato.
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