
La vita cambia all’improvviso per Eliza Caine. Un’infreddatura le porta via il padre che, a dispetto di una brutta tosse, ha voluto ad ogni costo assistere a una lettura pubblica di Charles Dickens in una sera di pioggia londinese. Disperata, Eliza risponde d’impulso a un annuncio misterioso che la conduce a Gaudlin Hall, dove diventa l’istitutrice di Isabella ed Eustace, due bambini deliziosi ma elusivi. Nella grande casa sembra che non ci siano adulti, i genitori dei piccoli Westerley sono di fatto assenti in seguito al terribile epilogo di una storia di abusi, ossessioni e gelosie. Ma contrariamente a quel che sembra, non è il silenzio a regnare: in quelle stanze vuote spadroneggia un’entità feroce e spietata, decisa a imporsi sulla donna per impedirle di occuparsi dei bambini.
Per una volta ho sorvolato sulla
copertina e il titolo che non mi ispiravano niente di promettente, e
sulla trama in quarta di copertina, che sembrava ricalcare il tipico
cliché dell'istitutrice che racconta in prima persona le sue
disavventure in una casa infestata dai fantasmi. E invece ho trovato
l'introduzione molto accattivante, con Sir Dickens in persona che
legge un racconto dell'orrore in una sala pubblica, per non parlare
dello stile descrittivo dell'autore che sembra catapultarti
direttamente tra le strade umide e sporche di Londra, con la nebbia
che aleggia e sembra nascondere chissà quali misteri. Contrariamente
ad altre ghost stories simili a questa, il passato della protagonista
e le circostanze che la conducono alla scelta di andare incontro a un
destino incerto e tremendo sono tratteggiate con dovizia di
particolari, suscitano emozioni intense con cui si entra subito in
sintonia, e sono utili ai fini della narrazione.
I segnali di una presenza ostile non
visibile agli occhi cominciano molto presto, in un crescendo di
orrore, in cui le rivelazioni della vera natura dell'entità che
infesta la casa sono dosate con maestria attraverso le testimonianze
a volte contraddittorie delle persone coinvolte. Ho trovato molto
nelle mie corde anche l'evidente contrapposizione tra il sudiciume e
lo squallore di una Londra che si sta industrializzando e la
genuinità dell'aria della campagna.
L'ispirazione al classico del gotico Il
giro di vite e, mi vien da dire, all'umorismo noir de L'Abbazia di
Northanger, mi è parsa piuttosto evidente, eppure Boyne ha uno stile
tutto suo che riesce a rendere perfettamente inquietante tutta la
faccenda, e soprattutto i bambini Isabella ed Eustace. Miss Caine si
rivela essere una giovane donna coraggiosa e intraprendente,
affezionatissima ai bambini e innamorata del proprio lavoro che sente
come una missione di vitale importanza. Il finale era abbastanza
prevedibile ma le ultime righe mi hanno davvero mozzato il fiato per
la sorpresa.

Ma una mattina Rachel, su quella veranda, vede qualcosa
che non dovrebbe vedere. E da quel momento per lei cambia tutto. La
rassicurante invenzione di Jess e Jason si sgretola, e la sua stessa
vita diventerà inestricabilmente legata a quella della coppia. Ma che
cos’ha visto davvero Rachel?
Alla fine è arrivato anche per me il
momento di confrontarmi con questa lettura, vista l'imminente uscita
della trasposizione cinematografica. Ho corteggiato a lungo e a
distanza questo romanzo prima di trovare il coraggio di affrontare
un'eventuale delusione dopo tutto il bene che se n'è detto. Per
fortuna l'ho trovato superlativo al punto che facevo fatica a
staccarmi dalle pagine e per tre giorni mi sono portata appresso
l'angoscia della curiosità divorante. L'aspetto più bello di questo
libro è che è un thiller a tutti gli effetti ma da un'angolazione
insolita. Altro che detective, qui a "condurre le indagini"
è un'alcolizzata con serie turbe psichiche, che deve scavare dentro
a ricordi annebbiati dai fumi dell'alcol (qui gli effluvi della
fetida Lodra c'entrano poco) per arrivare alla sconcertante verità.
Una protagonista che a tratti si fa odiare e a tratti suscita
compassione ma per la quale ti ritrovi a fare il tifo perché in
fondo è una donna comune con sogni e debolezze che ce la mette tutta
per migliorarsi e superare i suoi traumi.
Il preambolo è inusuale, ma non
inverosimile. Chi di noi non ha almeno una volta sbirciato in casa di
qualcun altro per semplice curiosità? Certo, qui si raggiunge la
soglia della maniacalità, ma stiamo parlando di una donna
problematica che sfoga le sue carenze sentimentali immaginando la
"vita perfetta" di due sconosciuti.
La narrazione a più voci e su diversi
piani temporali è ben architettata e non scombussola il lettore. Ho
trovato molto interessante l'introspezione psicologica delle tre
donne coinvolte e ho apprezzato tantissimo il legame che si crea alla
fine tra Rachel e Anna, a testimonianza che il destino condiviso di
due donne maltrattate può far superare qualsiasi rivalità
precedente.
Non mancano i colpi di scena, come
qualsiasi thriller di tutto rispetto, ma quello finale che schiude il
mistero al lettore mi ha sbalordito. Adesso sono solo curiosissima di
scoprire se il flm rende il giusto tributo a questo libro stupendo.
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