mercoledì 14 dicembre 2016

***La ruota delle letture*** - Obiettivo 11 - "I custodi di Slade House" di David Mitchell

Cari lettori, la CHALLENGE (a lettere cubitali perché merita tutta la mia stima per l'immane sforzo di buona volontà e pazienza che comporta) è partita, ma meno male che mi sono iscritta con un po' di anticipo e da brava bambina ho fatto i compiti e mi sono messa un po' avanti con le letture..
E infatti l'obiettivo capita a pennello con il libro che ho appena finito di leggere, quello vinto col giveaway di anniversario di Fede Stories, "I custodi di Slade House" di David Mitchell.


 Trama:
Voltato l'angolo di una via di Londra, proprio dove occhieggiano le vetrine di un popolare pub inglese, lungo il muro di mattoni che costeggia un vicolo strettissimo, se tutto gira per il verso giusto, troverete l'ingresso di Slade House.
Un perfetto sconosciuto vi accoglierà chiamandovi per nome e vi inviterà a entrare. La vostra prima reazione sarà la fuga.
Ma presto vi accorgerete che allontanarsi è impossibile.
Ogni nove anni, l'ultimo sabato di ottobre, gli abitanti della casa - una sinistra coppia di gemelli – estendono il loro particolare invito a una persona speciale, sola o semplicemente diversa: un adolescente precoce, un poliziotto fresco di divorzio, un timido studente universitario.
Ma che cosa succede, veramente, dentro Slade House?
Per chi lo scopre, è già troppo tardi…





Voi direte, ma che attinenza ha un giardino con questo libro? Ebbene, pazienza che, se non lo avete ancora letto, adesso ci arrivo..
Su questo libro si sono spese parole e parole, anteprime e recensioni spuntate come funghi, pubblicizzato in tutte le salse, tanto che adesso mi sembra superfluo aggiungere qualunque cosa, col timore di sminuirlo o di smontare le aspettative di chi non l'ha ancora letto. Già, perché io mi aspettavo qualcosa di più.

Il romanzo è suddiviso in cinque parti, cinque storie ambientate a nove anni di distanza l'una dall'altra ma legate tra loro dalla singolarità che contraddistingue di volta in volta il protagonista. Ogni ultimo sabato di ottobre, infatti, per una serie di "bizzarre coincidenze", alcune persone, dopo aver incrociato un tizio che fa jogging in tuta arancione e nera, vengono introdotte in una misteriosa casa di Londra..

Girate l'angolo di un anonimo pub, e tra due case quasi addossate l'una all'altra si apre un vicolo strettissimo, Slade Alley, che gira ad angolo acuto verso sinistra e poi subito di nuovo verso destra scomparendo alla vista. Lungo questo vicolo, offerta speciale sioriessiore solo per l'ultimo sabato di ottobre ogni nove anni, noterete una porticina nera di ferro che ieri non c'era e domani non ci sarà più.. E se siete dei disagiati sociali e avete il dono di una mente particolarmente attiva, al semplice tocco del vostro palmo la porticina si aprirà da sola... Magia!

Oltrepassata la porta entrerete in un MAGNIFICO GIARDINO TERRAZZATO (eccolo qui) che altro non è che la splendida cornice di uno specchietto per le allodole. Perché proprio in questo giardino, di volta in volta a seconda della circostanza e del periodo i protagonisti (un bambino che ha perso il padre, un poliziotto alle prese con un divorzio, una studentessa grassottella vittima di bullismo, una ragazza dilaniata dai sensi di colpa, e infine una psichiatra) vedranno iniziare a realizzarsi alcuni dei loro più reconditi desideri. Ma, come dicevo, è solo un trucchetto per attirarvi all'interno della magnificente casa, Slade House, dove due gemelli, maschio e femmina, abili trasformisti e profondi conoscitori dell'arte di manipolare le menti, vi attendono per banchettare con la vostra anima..

Qualche riflessione...
Ho iniziato a trovare entusiasmante questo libro solo dopo il terzo episodio, dove si trascende un attimo il solito copione "entra-facciamo-amicizia/facciamo-sesso/ci-confidiamo-mangio-la-tua-anima" e si intravede il succo della storia che era l'unica cosa che mi interessava e l'episodio finale resta uno scialbo contorno ai limiti dell'onirico con tanto di scontro tra le forze del Bene e le forze del Male.
I dialoghi tra Fratello e Sorella alla fine di ogni episodio mi hanno urtato non poco, li ho trovati ripetitivi e noiosi. Lo stile dell'autore è interessante, originale, poliedrico, ma credo che abbia sprecato il suo talento con questo libro. Avrei preferito che avesse dato più spazio alle sensazioni che ai dialoghi, perché invece la parte descrittiva merita, soprattutto quando si focalizza su quegli inquietanti dettagli famosi della letteratura classica dell'orrore: un pendolo con una frase enigmatica al posto dei numeri, un antico candelabro con delle incisioni antiche, i ritratti delle persone che da Slade House non sono mai uscite vive (con un buco bianco al posto degli occhi, perché OVVIAMENTE gli occhi sono lo specchio dell'anima).. Molto suggestiva è stata anche la faccenda della bolla di realtà bloccata per sempre nell'anno 1934: dal giardino enorme che si apre dietro quella porticina nascosta, che è dove non potrebbe essere perché quella zona era stata bombardata e distrutta, inizia la ricostruzione realistica di tutto ciò che la vittima desidera in quel momento della sua vita, un amico con cui chiacchierare, una donna per ricominciare ad amare, il ragazzo che fino a ieri ti snobbava, o semplicemente le prove che cercavi per non cedere ai rimorsi.. Ma è solo un costrutto ingannevole, e il resto se avete il coraggio dovete scoprirlo da soli.

P.S. Se riuscite a dirmi chi diavolo è il tizio in tuta arancione e nera che fa jogging vi devo un favore!






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