sabato 3 dicembre 2016

Gdl Librarsi, l'incontro di novembre 2016

Cari lettori, approfittando di questo sabato letargico prima di farmi risucchiare dal vortice pre natalizio, vi voglio raccontare anche dell'ultimo incontro del Gruppo di Lettura Librarsi che gestisco nella biblioteca del mio paese.
Avendo scelto di seguire per questo anno il tema dei 5 continenti, la nostra ultima lettura aveva a che fare con l'Australia. In realtà però, poi, il libro che ha ottenuto più voti di australiano ha solo le origini dell'autore: "Una vita immaginaria" di David Malouf.

Trama:
In una landa desolata ai confini della terra, punteggiata da rocce aguzze e cespugli di assenzio, un vecchio poeta è convinto ormai che la vita non abbia più niente in serbo per lui. E' questo il destino che si attende Ovidio, bandito da Roma per volere di Augusto, costretto a scontare la propria condanna all'esilio. Ma un giorno, durante una battuta di caccia nella foresta, l'inaspettato incontro con un ragazzo cresciuto fra i lupi gli farà ritrovare dentro di sè qualcosa che credeva per sempre relegato "nella regione del silenzio". L'amicizia che i due stringeranno porterà Ovidio a riscoprire la potenza evocatrice di un linguaggio finora sconosciuto che costringerà l'autore delle "Metamorfosi" a compierne lui stesso una.



Devo ammettere che la trama non mi entusiasmava per niente, e che la lettura di questo libro per me è partita molto a rilento, ma sono stata conquistata dopo i primi capitoli dalla vivida descrizione dei panorami e dalle abitudini e dai costumi di vita atavici del popolo descritto. Ovidio, il poeta istrionico, mondano e amante degli eccessi, bandito da Roma per una ragione mai pienamente chiarita, si ritrova a dover ricominciare daccapo in una terra sconosciuta e dal clima impietoso e ostile. Il primo ostacolo, all'apparenza insormontabile per lui, amante delle raffinatezze della lingua latina, quella lingua "perfetta in cui possono essere espressi tutti i concetti, le cui desinenze sono volte a esprimere le più piccole sfumature del pensiero e del sentimento", è proprio reimparare il linguaggio, una lezione che gli farà scoprire che la realtà non si riflette nel linguaggio bensì si costruisce per mezzo del linguaggio.

L'incontro poi con il Ragazzo Selvaggio allevato tra i lupi cambierà definitivamente il suo concetto della vita, costringendolo a riconciliarsi con la natura e a fare i conti con una rinascita spirituale che gli farà abbandonare il rimpianto per le frivolezze della sua Roma Augustea e riconoscere che tutta la sua vita e il suo cammino erano segnati per condurlo fino a lì, in una patria che adesso sente sua, con il ritmo della vita che asseconda le stagioni, i riti propiziatori, le stagioni di caccia, i versi degli animali, la frugalità dei pasti. La sua morte sarà il fondersi nella natura a cui sente ora di appartenere.

Il calore della terra sotto di me, quando mi distendo per la notte, è sorprendente.
E' come il calore di un corpo che avesse assorbito il sole per tutto il giorno
e ore ne restituisse il tepore. E' più soffice e scura di quanto avrei mai potuto credere
e quando ne prendo una manciata e ne annuso gli straordinari odori, 
so che tra questo pugno di terra e il mio corpo
si è improvvisamente aperto, come tra essa e i fili d'erba, un corridoio lungo
cui fluisce il nostro comune essere.
Mi sdraio per dormire e mi meraviglio, nella libertà del sonno,
di non poter mettere radici lungo tutto il corpo e, come entro nel primo sogno,
sento quasi che comincia a succedere, sento ogni mio poro aprirsi a ogni granello di terra,
quando lo scambio inizia.
Quando mi sveglio sono del tutto assorbito dal processo.
Mi fisserò nel fondo della terra, più profondamente di quanto faccia nel sonno.
Noi siamo contigui con la terra in tutte le particelle
del nostro essere fisico, come nel nostro respiro 
siamo contigui con il cielo.
Tra i nostri corpi e il mondo c'è unità e scambio.

Come già saprete, inoltre, l'elemento che caratterizza i nostri incontri del GdL è il cibo che associamo alle letture. Questa volta non mi sono ispirata all'Australia, ahimé, ma ho optato per una tavola imbandita su cui spiluccare cibi tipici dell'età imperiale romana. 



Uva bianca e uva nera, fichi secchi, datteri, noci, melograno, paté di radicchio, crema alla zucca, pane ai semi di girasole, tomino piccante, pecorino morbido, miele, e olive, tutto condito con un ottimo  vino fragolino..
Se l'idea vi stuzzica vi invito a seguire la pagina facebook "Gruppo di lettura Librarsi", il prossimo aggiornamento a fine gennaio, perché a dicembre il GdL è a riposo.
Buone letture a tutti.



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