sabato 19 novembre 2016

"Ritorno a Riverton Manor", la mia passione per la Morton aumenta

Ben ritrovati lettori! La mia devozione al blog ultimamente è un po' altalenante, ma mi perdonerete perché ho in serbo qualche sorpresa da qui a Natale.
Stasera vi parlo di un libro che ho adorato di una scrittrice che, nonostante sia sulla cresta dell'onda già da anni, io ho scoperto per caso solo di recente, ma questa non è assolutamente una novità perché saprete che per principio evito di affidare la scelta delle mie letture alla pubblicità in grande stile e all'acclamazione generale di critica e lettori di questo o quel libro. Anzi, per dispetto faccio proprio l'opposto. :D
Ho scoperto Kate Morton grazie al blog della Libridinosa, qualche settimana fa ho letto "Il giardino dei segreti" (qui la mia opinione) e ne sono rimasta entusiasta. Poi a metà ottobre Baba Bookswife ha proposto un Gruppo di lettura tra blogger per "Ritorno a Riverton Manor" ed io ero troppo curiosa per non leggerlo!
Peccato che ognuno abbia i suoi tempi di lettura e io proprio non ce l'ho fatta a rispettare le scadenze, mi sono lasciata prendere la mano e non ho mollato il libro finché non l'ho terminato.. Lo so, lo so, che nei GDL non funziona così ma che ci volete fare, io ci provo gusto ad andare controcorrente. Ma veniamo al dunque..



                                   Trama:
Riverton Manor, Inghilterra 1924. È la festa di inaugurazione della sontuosa dimora degli Hartford, e il fragore di uno sparo si confonde con i botti dei fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Il poeta Robert Hunter giace senza vita nei pressi del laghetto della tenuta, con la pistola ancora fumante in mano. È suicidio? Di sicuro è uno scandalo che scuote fin dalle fondamenta l'aristocratica casata, perché le uniche testimoni del fatto sono le sorelle Hannah ed Emmeline Hartford. Che da allora non si parleranno mai più. Inverno 1999. Sono passati più di settant'anni da quella notte, e la quasi centenaria Grace Bradley, nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni, è convinta di essersi lasciata per sempre alle spalle i fantasmi del passato e i tristi ricordi. Ma una giovane regista americana, che vuole realizzare un film sulle sorelle Hartford e su quel misterioso suicidio, chiede la sua consulenza. Grace, infatti, oltre che testimone di tempi ormai remoti, è stata anche direttamente coinvolta nella vita della famiglia: cameriera personale di Hannah, fin da bambina aveva servito come domestica a Riverton Manor. Dapprima riluttante, accetta poi di collaborare e comincia a rievocare le vicende dei giovani Hartford, destinati a un'esistenza tanto fulgida quanto breve: il promettente David, partito giovanissimo per il fronte e mai più tornato; la sensuale e intelligente Hannah; la gaia e capricciosa Emmeline; e soprattutto l'enigmatico Robert Hunter, del quale entrambe le sorelle erano innamorate...



Fan-ta-sti-co! Questo libro ha il sapore dei grandi classici britannici, e non è un caso visto che l'autrice è laureata ed ha insegnato letteratura inglese. Come ho notato già nell'altro suo libro che ho letto, possiede la grande maestria di passare attraverso diversi piani spaziotemporali, a volte all'interno dello stesso paragrafo o addirittura nella stessa frase, senza far perdere al lettore il senso della sequenzialità degli avvenimenti, e questa è una dote che ammiro moltissimo. Per non parlare della capacità descrittiva dei luoghi, delle consuetudini, degli oggetti, dei vestiti, delle sensazioni.. Ho trovato dei personaggi ben delineati, ognuno con la sua storia e la sua crescita personale nel corso degli anni. L'unica nota negativa nel complesso è che il segreto che per tutto il romanzo aleggia sulla vita di Grace e che viene svelato solo verso la fine, era in realtà prevedibile, anzi mi azzardo a dire che come qualsiasi altro lettore navigato avevo intuito l'identità del padre assente già nei primi capitoli.

Bello il finale, ho apprezzato il colpo di scena, tanto agognato perché già dalle prime righe, attraverso i suoi ricordi, Grace dà a intendere che le cose non erano andate esattamente come avevano raccontato i giornali dell'epoca.. Ma non mi aspettavo un ribaltamento di ruoli e di scelte così decisivo, soprattutto perché il finale è legato a doppio filo col dettaglio, che sembra superfluo, del mutuo patto di segretezza tra Grace e Hanna riguardo alle lezioni di stenografia.

Mi sono soffermata alla fine a leggere la Nota dell'Autrice e ho tirato giù alcuni titoli che mi incuriosiscono molto tra quelli che hanno influenzato il suo stile di scrittura, e ve li cito di seguito: "Il mistero della Chatham School" di Thomas H. Cook, "Possessione - Una storia romantica" di A.S. Byatt, "The blind assassin" di Margaret Atwood, "Occhi nel buio" di Barbara Vine.



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